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Pagelle Empoli-Lazio 1-2

Ultimo Aggiornamento: 22/02/2017 17:36
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19/02/2017 00:04
 
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STRAKOSHA 5.5-La formula coi tre registi bassi – lui, Hoedt e Biglia – funziona a pieno regime. Non esce sul pallone miracolosamente salvato da Radu. Neanche Euclide avrebbe intuito l’irripetibile traiettoria del tiro di Krunić, ma tempismo ed estensione non convincono appieno. Forse soffre i periodi di inattività, che stasera non sono mancati. Da rivedere.
BASTA 6-Diligente nella mezz’ora di autonomia che gli rimane; a galla, anche perché assai poco impegnato, in seguito. In queste condizioni, non è facile proporlo come titolare.
WALLACE 5.5-È già pronto il giudizio positivo sul suo ravvedimento nell’evitare distrazioni o barocchismi pericolosamente inutili ed ecco che si smentisce, in questo caso senza conseguenze. Giocare con lui in difesa è come andare in auto con uno che soffre di sonnolenza alla guida.
HOEDT 7.5-Non si trova praticamente mai nelle situazioni che soffre maggiormente, e sul resto va in scioltezza. Riferimento costante sul piano tattico e della costruzione, si fatica a ricordare un passaggio sbagliato.
RADU 6.5-Il salvataggio alla disperata su Maccarone è da gioco, partita, incontro. Il resto va via in tranquillità, anche nella gestione di una ripresa con meno brillantezza atletica. Forse in partite del genere servirebbe un’alternativa, un fluidificante vero e proprio.
PAROLO 6.5-Un inserimento e un tiro da fuori, fra le poche eccezioni allo sterile ruminare calcio del primo tempo, offre buona solidità anche nell’ordinaria amministrazione.
BIGLIA 7.5-Numeri da record nei palloni recuperati. Da gregario gioca letteralmente per due; da un capitano ed elemento di spicco sul piano tecnico ci si aspetterebbe, magari, qualche guizzo in più.
MILINKOVIĆ-SAVIĆ 5.5-Nei pochi inserimenti offensivi piazza un cross, che quasi trova Parolo sottorete, e una torre non sfruttata: peccato giochi quasi sempre altrove, facendo soprattutto confusione. Fuori ruolo.
FELIPE ANDERSON 3-Non ne azzecca letteralmente una. E, si badi, non si tratta di apatia o di testa che gira al contrario, perché sotto quel profilo non gli si può rimproverare nulla. Sono proprio i piedi a tradirlo, disegnando una prestazione tecnicamente senza senso. Mai successo prima, probabilmente.
IMMOBILE 7-Al primo mezzo pallone utile tira fuori la squadra da una situazione psicologicamente drammatica, attaccando un rimpallo a dir poco fortunoso con un istinto da vero animale d’area: lo stesso gol, ma segnato dopo cinque minuti, non avrebbe ottenuto lo stesso effetto. Il resto è una lotta contro il mondo, fra avversari che lo accerchiano e compagni che non lo aiutano: impossibile per chiunque giocare così.
LULIĆ 8-Quello che corre senza sosta e si disimpegna in un numero imprecisato di ruoli è lui, lo si riconosce. Quello che gioca persino bene coi piedi chi è? Partita da mostrare nelle scuole calcio per illustrare il concetto di jolly tattico.
KEITA 6.5-Martusciello gli dedica un cambio sostituendo il suo avversario di fascia Laurini, e sembra francamente troppo onore; poi si sposta al centro e lì lascia il segno. Bene, anche come approccio alla gara.
ĐORĐEVIĆ 6-I posteri stabiliranno in che ruolo ha giocato. Di sicuro prende il secondo giallo di Costa – se esistesse una legalità nel calcio, Rizzoli sarebbe all’ultima direzione di gara della carriera – e piazza una buona percussione. Altre non-giocate più degne della sua fama, ma nel complesso si rende utile.
BASTOS s.v.-Si fa notare solo per il calembour della staffetta con Basta.

INZAGHI 6-Capisce che Keita dà il meglio da subentrante ed è pronto nel correggere un assetto d’emergenza subito dopo il vantaggio: difficile, però, dargli di più dopo un primo tempo sconcertante.
La solitudine di Immobile in mezzo all’area invoca, anzi urla, la presenza di un altro attaccante – non di un altro centravanti, è diverso – per smuovere il catenaccio empolese, aprire spazi per il buon Ciro ed evitare che, al solito, si esibisca una supremazia territoriale senza sbocchi.
Basterebbe rabberciare un 4-4-2 d’occasione con la fisicità di Milinković-Savić messa a disposizione della manovra offensiva, invece il serbo – e con lui la Lazio – rimane a distanza di sicurezza dalla porta.
Tutto è bene quel che finisce bene, ma senza due rimpalli più che casuali sarebbe stata dura trovare la via della rete.
E si sono comunque sprecati tesori di energie per una gara che, col predominio del primo tempo e un assetto offensivo nella norma, sarebbe già stata chiusa all’intervallo.

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