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Pagelle Inter-Lazio 1-2 (Coppa Italia)

Ultimo Aggiornamento: 02/02/2017 00:31
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01/02/2017 00:44
 
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MARCHETTI 5.5-Sulla non facile traiettoria di Brozović non brilla per piazzamento e tempistica nell’intervento. Macchia una prestazione tranquilla, nella quale se l’era cavata senza sbavature persino coi piedi.
PATRIC 7-Il migliore nel primo tempo, con una chiusura da centrale aggiunto su Brozović che rappresenta un bivio cruciale per l’incontro, e una pagina da manuale per l’interpretazione moderna del ruolo. Secondo tempo in barca, anche perché lasciato troppo solo. Incomprensibile, comunque, che non goda tuttora di un posto da titolare.
DE VRIJ 7-Stasera è quello vero, sia in marcatura sia nella guida del reparto. Perfettibile nel gioco aereo, incombenza che non toccava a lui in prima battuta.
HOEDT 7-Sarà, ma con lui alla costruzione in terza linea è un’altra squadra. Sbaglia il minimo dietro, sfiora il gol di testa. Non è il migliore come fase difensiva pura, eppure la coppia col suo connazionale sembra quella meglio assortita.
RADU 5.5-Il fallo su Icardi merita il secondo giallo solo perché il migliore dei nerazzurri, quello col fischietto, deve compensare l’espulsione ai danni dei suoi. Colpevole, invece, l’irruenza con cui nella circostanza abbandona la posizione creando uno spazio alle proprie spalle.
PAROLO 5.5-Liberato negli sganciamenti dall’assenza di Milinković-Savić, ma dura mezz’ora o poco più. Inverosimile nell’errore sottorete, assente ingiustificato nel secondo tempo. Andava sostituito.
BIGLIA 7-A rimorchio della partita, come sempre: perno del gioco finché la squadra va, di fronte all’assedio nel finale fa rimpiangere ampiamente la personalità e il piglio da veterano di Murgia. Tira dagli undici metri in fotocopia o quasi rispetto alla gara col Crotone, e buon per lui che il pararigori non l’ha studiato attentamente. Chiuderla qui col ruolo di rigorista?
MURGIA 7.5-Viene da chiedersi se, nel cedimento dell’ultimo quarto d’ora, pesi di più la ristabilita parità numerica o la sua uscita per esaurimento del carburante. Punto di riferimento a tutto campo, con un discreto mestiere nel proteggere il pallone, un assist e mezzo – quello nel primo tempo è aggiustato da una deviazione – per mettere l’uomo davanti al portiere. Con lui al posto del pur bravo Milinković-Savić, da valorizzare in posizione più avanzata, il centrocampo e la squadra trovano un diverso equilibrio. Titolare subito, giocando può solo migliorare.
FELIPE ANDERSON 5-Magnifico l’inserimento di testa per il vantaggio, poi sbaglia un paio di gol sanguinosi e la sua misteriosissima testa va in cortocircuito. Da esecuzione sul posto la mollezza che permette ad Ansaldi di sfrecciargli vicino come un treno, ovviamente rubandogli il pallone. Spreca praterie anche nella ripresa. Disperante.
IMMOBILE 5-In vantaggio a San Siro e con l’occasione di chiudere l’incontro: un centravanti non può sbagliare quei gol, poche storie, e ancor meno con errori di misura così pacchiani. Salva almeno in parte la prestazione col rigore e l’espulsione.
LULIĆ 7.5-Entra per la seconda volta in poco tempo nella classifica degli assist col bel cross per l’1-0: e, pur fra errori di misura sconsolanti, non è l’unica giocata di pregio. Un tergicristallo che spazza via i fragili equilibri difensivi degli avversari come la pioggia dal parabrezza.
MILINKOVIĆ-SAVIĆ 5-C’entrava come lo zucchero a velo sulla pasta. E infatti...
LUKAKU 6-Servirebbe soprattutto per “portare su” palloni con le sue sgroppate; gioca dietro dove, in uscita con la palla al piede, rappresenta un pericolo pubblico. Nonostante le premesse, contribuisce alla vittoria con un valido spezzone.
WALLACE 5.5-Dovrebbe portare fisicità e centimetri, infatti si soffre principalmente sulle palle alte. Non sembra il tipo di giocatore che entra rapidamente in partita.

INZAGHI 6.5-La migliore stagionale nel preparare la partita, fra le peggiori nel gestire il vantaggio.
Solo contro il Pescara troverà un avversario che lascia giocare fino a quel punto, ma il modo in cui i suoi sfruttano gli spazi è esemplare: squadra coperta, precisione nei passaggi, verticalizzazioni e tagli non appena si apre un corridoio utile.
Se la Lazio non chiude l’incontro la colpa va alle scelleratezze sottoporta, che è difficile attribuire a lui: al limite potrebbe ridimensionare il raggio d’azione di Immobile per consentirgli di arrivare più lucido alla conclusione, ma errori del genere non si spiegano solo così.
Dopo l’espulsione di Radu va nel pallone: servirebbe un riferimento fuori area per ripulire palloni e spezzare l’assedio, lui mette Milinković-Savić e Lukaku, due bombe a orologeria quando toccano palla nella propria trequarti.
Non un granché neppure l’ingresso di Wallace, che abbassa ulteriormente il baricentro.
Negli interventi a partita in corso non ci siamo proprio.

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