La Lazio di Bielsa

Non sono qui per celebrare Bielsa, non mi interessa beatificarlo. Forse tra un mese, conclusa la spedizione olimpica, siederà sulla panchina albiceleste, come sostengono in molti.

Ci avrà giobbato? E' un'opportunità sopraggiunta dopo? O durante la melina di Tare e Lotito che in un mese non concludevano un colpo? Probabilmente non lo sapremo mai. Oggi, domenica 10 luglio 2016, è un professionista che ha lasciato sul tavolo 3 milioni di euro. Che non ha barattato i suoi principi e i suoi metodi di lavoro con il denaro.

Bielsa, prime della bell'avventura con l'Athletic, non me lo sono mai filato molto. E anche dopo, con una buona dose di superficialità e cinismo, l'ho sempre giudicato fumoso. Tante chiacchiere e pochi trofei. Non l'ho mai lontanamente immaginato sulla nostra panchina, viceversa, quando è stato accostato alla Roma, mi sono fregato le manine. As roma più Bielsa: una combinazione che ci avrebbe regalato ottime soddisfazioni, ridacchiavo.

La mia prima scelta per il post Pioli è sempre stata granitica: Walter Mazzarri. A debita distanza tutti gli altri: dagli impresentabili Maran e Gasperini ai controversi, per tante ragioni, Ventura e Mihajlovic. Prandelli sarebbe stato un buon compremesso. E ora che siamo ripiegati su Inzaghi lo rimpiango.

Poi si inizia a parlare di Bielsa. Sembra un'indiscrezione di poco conto. E invece no, i tasselli cominciano a incastrarsi. E allora mi domando: cosa chiediamo alla guida tecnica per la stagione 2016/17? Pacificazione sociale, spogliatoio coeso, valorizzazione dei giovani talenti. E chi meglio di Bielsa, idolatrato dai suoi tifosi, stimato e rispettato da calciatori e addetti ai lavori al di là del suo non brillantissimo palmares.

E poi ho sentito e ho letto l'entusiasmo di laziali insospettabili, anche di quelli che contestano l'incontestabile per partito preso. E amici romanisti che, esaurite le schermaglie di battute e controbattute, si mostravano incuriositi. E tifosi di altre squadre che mi facevano i complimenti per la scelta e preannunciavano che avrebbero seguito la Lazio con simpatia. E gli articoli sulle riviste di settore, il decalogo di Bielsa nella home del Corriere della Sera, le massime, gli aneddoti, le conferenze pirotecniche su youtube con centinaia di commenti. E tutto ciò era bellissimo.

E se fallisce e la stagione prende una brutta piega? E' successo con Rossi, Ballardini, Petkovic, Pioli.. e sticazzi, passeremo alla successiva. Quali obiettivi? Mi volete dimostrare che Bielsa e così scarso e sopravvalutato da non essere in grado, sulla carta, nemmeno di un piazzamento uefa?

Sì, la Lazio di Bielsa. Volevo la Lazio di Bielsa. Volevo la folla in delirio a Fiumicino; volevo i resoconti dei suoi allenamenti; volevo le indiscrezioni sulle sue bizzarrie; volevo che prendesse da parte Keita per raccontargli di quella volta che "anche io da giovane.." sapendo che è solo una cazzata raccontata bene; volevo sentire, dopo un Chievo-Lazio 0-0, gli strali di Arrigo Sacchi contro la passività e la sterilità del calcio italiano che mortificano chi prova a proporre gioco.

Sì Baruch, volevo una bella sbronza di una notte mi facesse dimenticare che la nostra massima aspirazione è la Coppa Italia e scovare qualche giovane talento sfuggito dalla rete dei grandi club. E se è sfuggito un motivo ci sarà.
Mi ritrovo con Inzaghi. Piano B, piano c, piano d.. macché. Segato in diretta radiofonica dal suo DS, lasciato a bagnomaria per più di un mese a Salerno, uno che può "dirigere gli allenamenti preparatori". Uno che, con un scatto d'orgoglio -c'è un limite a tutto-, chiede un contratto annuale e ci mette 3 minuti a firmarlo. "Simo', stai tranquillo ce penso io. Quello era uno stronzo, coi sordi risparmiati te compro pure un giocatorino in più, sei contento? Igli, come se chiamava quello, Bogdanov? Quello del Siena che te piaceva tanto.."