Di Padre in Figlio 2016

Baruch e Cuchillo mi avevano chiesto un resoconto della serata, lo faccio direttamente qui sul forum.
Sono arrivato alle otto e mezza e quindi mi sono perso tutto quel che c'era prima. Tanta gente (a occhio sfiorati i 50mila) ma meno che nel 2014. Soprattutto meno atmosfera. Due anni fa era magica, tornava Nesta, c'erano quasi tutti quelli importanti, e soprattutto era la prima volta dopo tanto tempo che si organizzava una cosa del genere. Rifarla a distanza di soli due anni non aveva molto senso, se non quello di dichiarare che il tifoso laziale esiste ancora e lotta più che mai contro Lotito. Ma si poteva pensare a qualcosa di diverso anziché fotocopiare la prima edizione coi soliti (bravissimi) paracadutisti, il solito discorsetto di Sergio (sempre sempre grazie), la commozione bofonchiata di Fascetti (stavolta molto evidente, si sta facendo vecchio il nostro Eugenio) e le frasi di circostanza dei vari ex. Piacevoli novità solo la figlia di Fiorini (belloccia e laziale), il grande Calori, al quale però non hanno passato il microfono e Castroman. Ah, il microfono: la nota migliore della serata. Finalmente si sentiva tutto per bene, non come nel 2014 che non si capiva niente. Poi le partitelle, invero un po' patetiche, con Pulici e D'Amico che hanno preferito non giocare. D'Amico fa impressione, ormai è più largo che lungo, viaggia a grandi passi verso una mole galeazziana. Avrei gradito più chiacchiere con ognuno dei presenti e meno gioco, che obiettivamente metteva grossa tristezza. Assenze pesanti: a parte quelli che non vivono in Italia e quelli che avevano impegni professionali mi hanno colpito in particolare le defezioni di Signori e Giordano, e mi è dispiaciuto non ci fosse Mihajlovic al quale avrei voluto attribuire idealmente il mio voto per la panchina. C'era Ledesma e ci ha suscitato una riflessione: la Coppa Italia del 2013 non è stata ancora "storicizzata" ma è entrata di diritto tra le grandi vittorie della Lazio, per cui tra 10-15 anni l'amichevole amarcord sarà tra quelli del 14 e quelli del 26 maggio. Intendo dire che, anche in un periodo considerato "buio" dal 95% dei presenti ieri sera la Lazio ha saputo scrivere una grande pagina della sua storia, e questo al netto del rapporto irrimediabile con l'attuale presidenza e delle prospettive tecniche non eccelse. Il che induce comunque a sperare che l'anno prossimo, nonostante il panzone, nonostante Prandelli, nonostante la romammerda e tutto quello che sappiamo l'affluenza sia riservata alle competizioni ufficiali e non alle amichevoli. Dipende dai risultati ed è giusto che sia così. Se per disgrazia ci toccasse la terza edizione, temo che dopo essere passati da 60 a 50mila scarsi, si continuerebbe a scendere con le presenze. Quello messo insieme da Wilson e da Radiosei è uno show col fiato corto che già ieri sera ha iniziato ad annoiare. Il Torino (perché quella è la destinazione finale, se iniziamo a ritualizzare Di Padre in Figlio) con Superga ha un amarcord molto più sacrale, che regge molto meglio la ripetizione. Io, se mi riproponi pure l'anno prossmo 'sta minestra, stai tranquillo che resto a casa, a prescindere da quanto possa avercela con Lotito.