Pagelle Lazio-Sampdoria 1-1

MARCHETTI 4-L’infortunio muscolare in occasione dell’esultanza la dice lunga su quanto la partita lo avesse scaldato, ma anche sulla serietà complessiva del gruppo: sprecare un cambio in quel modo non è ammissibile.
KONKO 4-Innocuo o quasi finché si giochicchia, non appena si fa sul serio commette l’errore fatale con la tremarella, confermandosi semplicemente patetico. Non è da Lazio, neppure questa Lazio. Non lo è mai stato.
HOEDT 4-L’unica possibilità di fermare qualcuno dipende dalla possibilità di trasformarsi in un semaforo rosso: la mobilità è la stessa. Significativo che gli avversari rinuncino a pressarlo in fase di impostazione.
GENTILETTI 5-Qualche chiusura di pura posizione sulle poche triangolazioni, uno contro uno gli va via chiunque. E buon per lui che Montella non scelga la tattica delle percussioni individuali a palla di cannone, altrimenti i blucerchiati andrebbero in porta a ogni azione.
RADU 5.5-Sfiora la sufficienza col cross per il gol, meritevole soprattutto per l’efficacia nel seguire l’azione. Il resto, fase difensiva compresa, è in linea con la “squadra”.
CATALDI 4-Totalmente disorientato, non solo per colpe proprie. Come si perde per strada un giocatore in pochi mesi.
BIGLIA 3-L’aspetto più tragicomico della vicenda è il fatto che nei minuti di recupero dovrebbe guidare la gestione della palla. Finisce ancora una volta piangendo da donna la vittoria che non è riuscito a conquistare da uomo (semicit.). Il capitano più ridicolo che si ricordi. Da degradare.
PAROLO 5-Segue gli altri mettendoci scarsa condizione atletica e poca iniziativa. Un rimorchio con le gomme bucate.
CANDREVA 1-In una squadra che fatica a tirare in porta su azione, sequestra occasioni fondamentali da fermo per calciarle come suo solito. Berisha sta entrando per Marchetti, dunque un cambio non rinviabile, ma lui ha fretta di sprecare in maniera indegna l’ennesimo calco d’angolo. Gli arriva un pallone dalla fascia sinistra, con tutto lo spazio per controllarlo prima del tiro o del cross, e lui cerca il numero per i fotografi: per l’onanismo c’è il bagno di casa, grazie. Un bullo da spogliatoio: anche se la colpa più grave, per dirla con Petrolini, è di quello vicino che non lo butta di sotto.
KLOSE 3-Quel gol di testa l’avrebbe segnato anche un frigorifero, tanto bastava urtare per sbaglio il pallone. Ormai si trascina come un fenomeno da baraccone.
ĐORĐEVIĆ 4-Ogni palla che tocca diventa... lasciamo perdere. Aggettivi esauriti.
FELIPE ANDERSON 4-A parte la deviazione in barriera, su cui ha colpe relative, stupisce la ricerca continua del numero a effetto fine a sé stesso – o controproducente – quando servirebbe drammaticamente un po’ di concretezza. Forse non è in malafede come Candreva, ma il livello di ottusità non cambia.
MATRI 6-Giocate imbarazzanti fino al gol, che nessun altro avrebbe potuto trovare. Dipendere da uno come lui per buttarla dentro dice tutto o quasi.
BERISHA 1-Un’uscita demenziale su De Silvestri, che per sua fortuna finisce sui piedi di granito di Carbonero. Una non meno scriteriata su Muriel, dove rischia il rosso. La barriera disposta in maniera suicida e la reattività di una sagoma sul tiro deviato, ma lento e centrale. Praticamente un trailer di Marchetti a Sofia. C’è da sperare che abbia scommesso sul pareggio, altrimenti la situazione è grave.

PIOLI 1-La disposizione in campo sull’azione da cui nasce il pari è da radiazione, non da esonero; quella della ex squadra in generale di poco migliore.
Un mendicante, il prossimo stipendio dovrebbe ritirarlo a quattro zampe e con la ciotola in bocca come Christian De Sica in Compagni di scuola.