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Pagelle Napoli-Lazio 5-0

Ultimo Aggiornamento: 21/09/2015 08:49
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Post: 652
21/09/2015 00:22
 
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MARCHETTI 6-Sgraziato ma efficace in uscita bassa su Higuaín; incolpevole sui gol, a parte la solita uscita ampiamente perfettibile su Gabbiadini; qualche buon intervento fra i pali. Almeno lui esce a testa alta.
BASTA 5-Il miglior terzino del torneo, abituato a gestire una catena sulla fascia o a giostrare da solo ai lati di una difesa a tre, si ritrova abbandonato nella linea a quattro di un modulo senza esterni: lotta ma soccombe. Strano, vero? Al suo attivo l’assist per Keita, unico lampo in attacco finché la partita rimane in bilico.
MAURICIO 1-Marcare Maradona è difficile, ma ritrovarsi al fianco un sabotatore come lui è molto peggio. Novanta minuti di movimenti senza senso, a metà strada fra il vagabondaggio e l’ubriachezza molesta. GIOCA BENE SOLO CON DE VRIJ. Scriviamolo in grassetto: magari legge anche l’unico che non l’ha ancora capito, vale a dire l’allenatore.
HOEDT s.v.-Stretto fra Mauricio e Radu, non protetto dal centrocampo, abbandonato regolarmente all’uno contro uno – preferibilmente in campo aperto – con le sue caratteristiche fisiche: colleziona alcuni buoni anticipi, poi inevitabilmente cede. E la partita, perlomeno, tenta di giocarla. Assolto.
RADU 1-Un fermo immagine contro un attacco che va a mille. Fino al 2020.
ONAZI 3-In una posizione del genere aveva giocato il 26 maggio, ma praticamente a uomo sullo sciocchino: qui gli si chiede di fare il Ledesma, e basta la parola. Comunque pessimo, non tanto per scarsa applicazione quanto per nulla lucidità.
PAROLO 1-La stagione è cominciata, ma non la sua. Credito esaurito.
LULIĆ 1-Per l’atteggiamento, difficilmente non ricollegabile al tira e molla sul rinnovo. Il fallo assurdo e isterico con cui cerca e trova l’ammonizione è la ciliegina sulla torta.
MAURI 1-Non c’era un solo motivo, a partire dalle sue condizioni, per metterlo in campo: a maggior ragione al posto di un SMS in ascesa. Che dipenda da lui o da altri, la sua presenza obbligata ne fa un problema per questa squadra.
MATRI s.v.-Una lampadina a cui non arriva corrente. Difficile valutarlo, a meno di non aspettarsi da lui che vada a prendersi il pallone dalle mani di Marchetti.
KEITA 1-Un attaccante che sbaglia quel gol, in quel modo, in quel momento, in quella partita ha l’inconcludenza nei cromosomi. Prima lo si capisce, meglio è.
MILINKOVIĆ-SAVIĆ 6-Segni di vita, anche se in una partita morta e sepolta. Meriterebbe un voto in più perché non si lamenta di un’esclusione vergognosa, a maggior ragione alla prova dei fatti.
FELIPE ANDERSON 3-Il bluff è finito, ormai siamo quasi all’ufficialità.
ĐORĐEVIĆ s.v.-Torna in campo. Sperando che sia una buona notizia.

PIOLI 1-Come in occasione di ogni partita importante, cade nel panico farneticando cambi di modulo: e quello di stasera batte tutti i record.
Per l’assurdità teorica: scusandomi per l’autocitazione

Quindi una soluzione che ci riporta al Mesozoico Deliorossiano: quando il Capitano disponeva di ben altre risorse atletiche e aveva alle spalle Ledesma, del quale a questo punto mi aspetto il reintegro da un momento all'altro.
Forse non ci si rende conto di quanto sia tatticamente delicata la questione.
In un modulo del genere, gli equilibri dipendono dalle caratteristiche del trequartista: se gioca dietro la linea della palla, e partecipa quindi alla fase difensiva, si ottiene uno schieramento sostenibile; se gioca oltre la linea della palla, si condanna il reparto all'inferiorità numerica e la difesa a una scarsa protezione.
Il rombo avrebbe un senso schierando l'assai più giovane e aitante SMS: così, e con attaccanti a loro volta poco propensi a rientrare, si va al massacro.
L'unico aspetto positivo è il modulo a due punte, con Matri meno solo e Keita provato in quello che probabilmente è il suo ruolo: ma non a questo prezzo.

Se ne rendeva conto il Signor Uno Qualunque, possibile che non lo capisca un tecnico con l’abilitazione per la massima serie?
Per gli effetti pratici: con questo micidiale strike, mette all’angolo e/o fuori ruolo un numero di singoli senza precedenti.
Ai limiti propri, che ne fanno un perdente al limite del patologico nelle gare di una qualche importanza, unisce quelli dell’ultimo Petković: inteso come uno che ha dato quello che poteva dare, e vaga in una confusione nella quale sta trascinando anche la squadra.
Quel cielo toccato – e solo toccato – due volte con un dito rappresenta il suo 26 maggio: il culmine e al tempo stesso l’esaurimento di un’esperienza.
Meglio imparare da quell’esperienza e cambiare subito, senza perdere altro tempo.
Magari prendendo un allenatore vero, non l’ennesimo miracolato di provincia che racconterà ai nipotini di aver allenato la Lazio.
[Modificato da Er Matador 21/09/2015 00:23]

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