Chiarisco meglio il concetto. Quando penso a una "grande squadra" faccio un ragionamento astratto. Altrimenti dovrei contestualizzare il concetto di grande squadra nella attuale Serie A italiana, e in questo caso sia Cataldi che Lulic (magari non tutti e due insieme) forse potrebbero giocare in una grande squadra, almeno come comprimari. No, io non volevo parlare di valori, ma di caratteristiche. Per me la grande squadra è quella che quasi sempre fa la partita e che ha valori tecnici superiori. Ora, fare la partita contro squadre che si chiudono avendo un centrocampo con un solo uomo di qualità (nel nostro caso Biglia) a fronte di due (in)cursori come abbiamo visto nel girone d'andata è possibile solo giocando a ritmi altissimi. Questo però ti espone a un andamento zemaniano, per cui una volta stravinci ma troppo spesso perdi: le squadre zemaniane, come la Lazio deli girone d'andata, sono belle finché vogliamo ma non sono grandi squadre. Viceversa se a metà campo gli uomini di qualità sono la maggioranza, a quel punto anche l'unico (in)cursore col suo movimento e con le sue caratteristiche diventa funzionale alla manovra. Insomma, complice l'infortunio di Lulic e l'ingresso di Cataldi la Lazio ha iniziato a concepire anche un altro tipo di calcio, ha scoperto anche un altro tipo di modulo (il 4-2-3-1) ed è in questa varietà di soluzioni, e non solo nell'eccezionale vena di Felipe Anderson, che io individuo il segreto delle otto vittorie consecutive.
[Modificato da Mark Lenders (ML) 30/04/2015 16:38]