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Pagelle Juventus-Lazio 2-0

Ultimo Aggiornamento: 20/04/2015 10:32
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19/04/2015 04:28
 
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MARCHETTI 3-Poco convincente sul primo gol, ridicolo sul secondo: in entrambi i casi pesa la mancanza di reattività, suo difetto arcinoto. Che si tratti di repertorio tecnico anacronistico, personalità inadeguata a certe partite o recupero approssimativo dall’infortunio, il dato di fondo non cambia: se si vuole puntare in alto, un portiere del genere è un brufolo che deve sparire con la crescita.
BASTA 6.5-Come al solito, col piccolo particolare che gli spazi da coprire in diagonale sono troppi e i compagni in grado di appoggiarlo in avanti troppo pochi. Prendere nota: è uno già pronto per questo tipo di partite.
CANA 2-Nessuno al mondo può sostituire de Vrij ora come ora, sia chiaro. Ma qual è l’approccio più sensato a un’impresa del genere? Procedere passo dopo passo, cercando di non strafare, o lanciarsi nel vuoto alla ricerca non si sa di cosa? Lui sceglie la seconda opzione, che si concretizza in uscite dissennate e determinanti per le due segnature avversarie. Altro brufolo (cfr. Marchetti).
MAURICIO 4-A certi livelli non ci si possono permettere errori come quello che libera Tévez verso l’1-0. Paga anche un calo di concentrazione dovuto al numero consecutivo di gare dall’inizio, e per un titolare di complemento vale come obiezione accolta: purché vi sia un Gentiletti in grado di restituirlo al ruolo di utile alternativa.
BRAAFHEID 5.5-Al contrario di Cana, riparte dal basso cercando di limitarsi alle cose semplici: peccato che la lunga inattività renda problematiche anche quelle. La sua parabola stagionale ricorda quella di Albertini, ed è il caso di tenerne conto.
BIGLIA 5-In assenza di Parolo dovrebbe dedicarsi maggiormente all’interdizione, e non lo fa. Non gioca male, tenendo conto anche della menomazione fisica cui va incontro nella prima parte della gara: sbaglia piuttosto l’interpretazione della gara. Gran direttore d’orchestra, ma non gli si chieda di capire e scrivere lo spartito.
LULIĆ 6-Il più frizzante e in partita all’inizio, poi le bollicine svaniscono. Al pari di Basta, rientra fra quelli in partita con la testa.
CATALDI 4.5-Altra vedova di Parolo, che fra centrocampo e difesa lascia in lacrime un intero harem. Comprensibile l’inesperienza, meno il fallo ingenuo a partita chiusa che offre a Tévez e Rizzoli l’assist per il delitto perfetto. Palazzi potrebbe incriminarlo per istigazione a delinquere.
FELIPE ANDERSON 5-Parte motivato ma castrato dalla mancanza di spazi, cerca di rientrare in corsa combattendo palla su palla, quindi si demoralizza e scivola fuori dalla partita. Da impresentabile a fuoriclasse contro le medio-piccole, per esserlo anche a questi livelli servono altri salti di qualità. Tempo al tempo.
KLOSE 5-Nel primo tempo ha l’unica occasione su un rigore in movimento: peccato che in movimento non lo sia lui, che cincischia perdendo l’attimo fino al tiro deviato da una difesa schierata. Con tutto l’apprezzamento per il suo contributo da regista offensivo, come finalizzatore appartiene al passato.
MAURI 5-Ottime letture offensive nel primo quarto d’ora, poi ritmi e fisicità della gara lo emarginano in maniera quasi ovvia. Non doveva scendere in campo nella formazione iniziale.
CANDREVA 6.5-Fisicità e idee che servivano dal primo minuto. Giocatore utile in panchina è buono per un’altra volta (semicit.).
KEITA 6-Un peso piuma potenzialmente brillante sbattuto sul ring dei pesi massimi: la voglia c’è, la possibilità di combinare qualcosa no.
LEDESMA s.v.-Mesta comparsata nel recupero. Forse sarebbe servito prima.

PIOLI 3-Mancano i due giocatori cui non ha mai rinunciato per scelta tecnica, e oggi si capisce perché.
Manca la testa per certe partite, cui alcune squadre sono abituate e altre meno.
Ma su questo giù le mani dal tecnico: i progressi compiuti in questo senso sono notevoli e una grande Lazio, al pari della città che rappresenta, non può essere fatta in un giorno.
Poi si arriva agli errori evitabili.
Perché spezzare la breve serie positiva di Berisha per recuperare in tutta fretta uno che non ha niente più di lui, col risultato di ritrovarsi Marcel Marceau che mima un sacco di patate?
Perché, dovendo compensare il deficit di corsa dovuto all’assenza di Parolo, Mauri e Klose dal primo minuto con Candreva in panchina?
Perché, dopo la prova di maturità tattica di Napoli, riproporre il bis dello scempio al debutto contro la Nocerina con un assetto alla garibaldina, o piuttosto alla carlona?
L’impressione è che anche lui abbia risentito del banco di prova più impegnativo.
Ma anche lui ha compiuto passi da gigante insieme alla squadra, passando da errori sistematici nei cambi a partite in serie vinte grazie alle sostituzioni.
Se fa tesoro della lezione, e sembra averne la possibilità sia come persona sia come tecnico, anche la brutta gara di stasera può rappresentare una tappa nella crescita del gruppo.

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