est1900, 31/03/2015 10:24:
Premessa: è il giocatore che ho amato di più in assoluto, oltre ad essere il gicoatore più forte che abbia mai visto indossare la nostra maglia. Dal 31 agosto 2002 non credo più alle bandiere neanche se nella Lazio ci giocasse mio fratello, a "causa" sua...
Ciò premesso, da quel giorno (eccezion fatta per la conversione di crediti in titoli azionari, che poi...vabbe) per me non ha mai fatto o detto cose da Laziale, anzi.
Ancora ricordo che prima del Lazio-Milan di tre anni fa disse che avrebbe tifato Milan...
Neanche questa intervista trasuda Lazialità da cogliere a piene mani. Niente più di quello che dice abitualmente un Nando Orsi o un Massimo Oddo.
Non porto rancore verso Alessandro. Però il suo nome mi fa soffrire come una grande storia d'amore finita male, malissimo.
L'ultima volta aveva detto che tifava roma in Champions, se non altro abbiamo rifatto un passetto in avanti.
Ma anche più d'uno. La parte che mi è piaciuta di più è quella in cui dice che a un certo punto VOLEVA TORNARE E SI E' ANCHE PROPOSTO. Non è da minimizzare, perché giocava ancora in un grande Milan e la Lazio non era tecnicamente paragonabile; né credo che sarebbe venuto a guadagnare di più. L'avrebbe fatto per chiudere una ferita, che evidentemente porta addosso anche lui. Probabilmente pensa la stessa cosa: "Non porto rancore verso la Lazio, però il suo nome mi fa soffrire come una grande storia d'amore finita male, malissimo". E anche il fatto che il ritorno l'avesse progettato quando era ancora competitivo, e poi scartato quando invece era alla frutta, per me gli fa onore.
Quanto alle "bandiere", fai bene a non crederci a prescindere da Nesta. Anche per me, come per quasi tutti i laziali della nostra generazione, il 31-8-2002 divide due epoche, due modi di concepire il tifo per i singoli calciatori. Però credo che nonostante tutto la visione attuale sia molto più lucida, e soprattutto che Nesta in quella circostanza fu "bandiera" anche più di quando alzava coppe a quattro o cinque miliardi all'anno. Il vero sgarro fu la quesione Van Doorn, non certo l'aver accettato a malincuore una decisione imposta dalla famiglia Cragnotti. Che poi a Milano si sia trovato benissimo al punto di diventare tifoso anche del Milan è una cosa successiva. Per me conta solo la faccia che aveva alla conferenza stampa di presentazione. Poi non è che gli si potesse chiedere di mantenere il lutto stretto anche mentre vinceva Champions League a raffica, eh. Quando ti accanna l'amore della tua vita (perché ribadisco, fu lui ad essere accannato dalla Lazio!), piangi per un po' ma se poi ne trovi un'altra con cui stai molto bene hai pure diritto ad essere felice senza che questo intacchi ciò che c'era stato prima...
[Modificato da Mark Lenders (ML) 02/04/2015 11:42]