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Pagelle Lazio-Juventus 0-3

Ultimo Aggiornamento: 26/11/2014 00:06
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22/11/2014 23:00
 
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Marchetti 5.5: Fa due cose belle (uscita su Pereyra e parata su Mattiello) prima e dopo i 3 gol, presi tutti sul suo palo, che non è esattamente il massimo
Basta 5: Non il miglior momento per rientrare, non ha gamba e dietro è troppo solo. Poteva gestire meglio la copertura sul secondo gol
Cana 5: Il suo errore grave è quello che spiana la strada a Marchisio per lo 0-2 che chiude definitivamente una gara già chiusa
De Vrij 5.5: Comincia molto bene, tra chiusure, lanci e colpo di testa offensivo, ma nella ripresa si perde anche lui, come in occasione del terzo gol in cui subisce l'assist-tunnel di Pereyra
Braafheid 5.5: Tra i più convinti, almeno non finisce travolto
Parolo 4: L'apice del suo mese orribile nella notte in cui fa da lasciapassare per Pogba. Non è neanche tutta colpa sua, ma da suo lato la Juve fa terra bruciata. Stava segnando anche Mattiello
Biglia 5: Ormai individuato come principale risorsa del gioco biancoceleste, dopo Zielinski c'è Pereyra a non farlo ragionare e lui va in tilt, limitandosi quasi solo a giocate da mediano
Lulic 5.5: Tra i meno peggio, è uno dei pochi che pur perdendo palloni non perde lucidità e riesce a far risalire la squadra, battagliando anche oltre misura (8 falli). Non riesce però a contrastare Pogba sul gol del vantaggio
Candreva 6: Se una sufficienza va data, è quello che la merita di più: impegna 3 volte Buffon (due su punizione), sfiora il palo con tiro a giro e mette dentro un'ottima palla per Keita. Procura anche il rosso a Padoin. Poco, comunque, per i suoi standard, anche perché sono tanti i palloni sbagliati, specie nel primo tempo
Klose 5: I palloni arrivano sporchi e col contagocce, partita che finisce presto nell'anonimato
Keita 5: Spreca una buona occasione, è al rientro e ciò giustifica in parte una gara in cui non trova mai la posizione e in cui le cose migliori sono un paio di cross buttati in mezzo (come quello per De Vrij) e l'appoggio per Candreva. Poco, contro un avversario adattato come Padoin
Felipe Anderson 6: Se non altro ci mette colore, ha gamba e trova qualche spunto più o meno interessante
Djordjevic 5: Come Klose, non riesce a cambiare il destino di una pagella segnata
Cavanda sv
Pioli 3: Partita gestita con la sapienza tattica di un adolescente appassionato di internet e videogiochi. Ha di fronte la squadra più forte di Italia e prova ad attaccarla, lasciando praterie di ghiaccio per le sue mezzali e prendendo i gol in contropiede. Le sue misure non hanno contromisure, e questo va bene nelle amichevoli estive. E ciò che è peggio, ai suoi uomini è venuta a mancare anche la cattiveria.

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22/11/2014 23:27
 
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Alla fine l'ho vista ma con poca serenità d'animo, non ho la lucidità per fare le pagelle.
Vorrei parlare solo di Pioli. Parlarne con il senno di poi, dopo averne parlato col senno di prima.
Allora, nelle prime giornate abbiamo visto una Lazio sbilanciata in avanti, con un centrocampo senza interditori, con due esterni d'attacco veri e sempre intenzionata a fare la partita mediante ritmi alti e possesso del pallone. Risultato: gli altri si mettevano dietro, tenevano botta senza troppe difficoltà e in contropiede ci purgavano approfittando delle praterie e di una difesa dai valori tecnici molto bassi. Questa tarantella è durata quattro partite, tre sconfitte e una vittoria in casa col Cesena. Poi a Palermo si è deciso di cambiare rotta e ne ha fatto le spese Keita. Da quel giorno non abbiamo più visto una squadra con due ali vere.
Per me non era questa la soluzione migliore, bisognava 1) rinforzare il centrocampo cambiando sia il modulo che gli interpreti, e 2) modulare l'atteggiamento sul valore dell'avversario: quando si gioca con una squadra di pari valore o più debole si cerca di fare la partita, quando si gioca con una più forte ci si chiude. Mourinho docet. Ad ogni modo le cose sono andate un po' meglio, sono arrivate le vittorie ed alcune sono state anche convincenti. Purtroppo per ottenerle abbiamo dato il 200%, perciò dopo aver esalato l'ultimo respiro col Torino (miglior partita della stagione) la squadra ha avuto una flessione atletica già da Verona e a Empoli è stata surclassata sul piano della corsa. Morale: se si pensa di poter giocare 38 partite come Lazio-Torino, significa che vent'anni e zero titoli di Zeman non hanno insegnato nulla.
E ora arriviamo a Lazio-Juventus. Premesso che a me la sconfitta ha fatto solo piacere, se avessi dovuto mandare in campo la squadra per ottenere il massimo avrei certamente infoltito il centrocampo e costretto la Juve a fare la prima mossa giocando sulle ripartenze. Invece, proprio contro l'avversaria più forte, Pioli ha riproposto la Lazio delle prime quattro giornate. Una Lazio che oltretutto, a differenza di settembre, ora è sulle gambe. Ha mandato al massacro la squadra in generale e il povero Keita in particolare, e quest'ultima cosa l'ho trovata molto scorretta. Spero che la partita di stasera non venga usata per risbatterlo in panchina come accadde dopo Milano. Dopodiché chiedo ai molti entusiasti di Pioli: 12 partite e 19 punti, media 1,58, proiezione 60. Con una squadra unanimemente giudicata più forte dello scorso anno e senza l'impegno dell'Europa League. Siete ancora entusiasti di questo allenatore?
[Modificato da Mark Lenders (ML) 22/11/2014 23:45]

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Post: 1.597
22/11/2014 23:30
 
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sul primo gol della juve avevamo lasciato dietro braafheid, basta e biglia. che alla fine in contrasto su pogba ci sia lulic è indicativo...

in generale fare le pagelle dopo una specie di massacro simile è un esercizio sterile. evidentemente il mese di calo non è ancora finito, atleticamente ci hanno asfaltato. questa è una squadra che se non riesce ad essere sempre aggressiva è molto fragile, e se ti capita contro la juve finisce così.

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Post: 1.694
22/11/2014 23:48
 
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Anch'io non ho il cuore per fare le pagelle.
E' stata, di fatto, una partita durata un quarto d'ora.

Il mio migliore è Braahfeid con 5,5; il più deludente, anche in relazione alle aspettative, direi Biglia.

Di Pioli non sono affatto soddisfatto. Deludente, fin qui.
Ma non rinnego il fatto di essere stato contento quando è stato preso. Tra i prendibili, a me sembrava il migliore. O comunque tra i migliori.
A maggio potrò dire se mi sono sbagliato. A 13 partite ufficiali dal suo arrivo, mi sembra presto.
Continuo ad avere sensazioni positive nonostante il momento così negativo.

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Post: 2.725
23/11/2014 00:02
 
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Re:
cuchillo76, 22/11/2014 23:48:

Di Pioli non sono affatto soddisfatto. Deludente, fin qui. Ma non rinnego il fatto di essere stato contento quando è stato preso. Tra i prendibili, a me sembrava il migliore. O comunque tra i migliori.



C'era Mihajlovic che sarebbe venuto a piedi. Non ci posso pensare, mi fa troppo incazzare questa cosa.
Mihajlovic ha creato una Samp che quando l'avversario è abbordabile fa la partita, e quando arriva la roma si prende il punto con dieci uomini dietro la linea della palla.
Mihajlovic era in grado di trasferire un po' di identità e di riportare entusiasmo tra i tifosi. Entusiamo vero, no questo ottimismo artificiale, di plastica, per questo boyscout con l'erre moscia che fa cantare l'inno alla truppa, roba che manco le giovani marmotte...

cuchillo76, 22/11/2014 23:48:

A maggio potrò dire se mi sono sbagliato. A 13 partite ufficiali dal suo arrivo, mi sembra presto. Continuo ad avere sensazioni positive nonostante il momento così negativo.



Sicuramente è presto. E c'è margine per rimediare perché 1) la classifica (in ottica terzo-quarto-quinto posto) non è drammatica, 2) le rivali non sono meglio di noi, è una guerra tra poveracci. Quello che mi fa spavento è che Pioli continuerà a insistere su questo 4-3-3 senza né capo né coda, che darà risultati solo quando la squadra ritroverà le energie per correre alla morte dal 1' al 90', autocondannandosi a un andamento sinusoidale, perché dopo il ciclo di partite in cui corri arriva invariabilmente il ciclo di partite in cui non corri più. Bisognerebbe far correre il pallone, alzare il tasso tecnico del centrocampo, oppure rinforzarlo e giocare di più con le ripartenze. Non mi pare che Pioli si sia reso conto di tutto ciò. Mi pare un mulo coi paraocchi destinato ad andare dritto per la sua strada, una strada che non porta molto lontano.
[Modificato da Mark Lenders (ML) 23/11/2014 00:03]

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Post: 103
23/11/2014 00:20
 
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C'era Mihajlovic che sarebbe venuto a piedi. Non ci posso pensare, mi fa troppo incazzare questa cosa.
Mihajlovic ha creato una Samp che quando l'avversario è abbordabile fa la partita, e quando arriva la roma si prende il punto con dieci uomini dietro la linea della palla.
Mihajlovic era in grado di trasferire un po' di identità e di riportare entusiasmo tra i tifosi. Entusiamo vero, no questo ottimismo artificiale, di plastica, per questo boyscout con l'erre moscia che fa cantare l'inno alla truppa, roba che manco le giovani marmotte...


Ecco Miha lo avrei voluto tanto.

Stasera giuro che ad un certo punto ho rivisto l'ombra di Reja allungarsi sull'Olimpico. Speriamo di no.

Certo che le Giovani Marmotte, oddio [SM=g27987]
Che c'è di più triste? [SM=g27994]

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Post: 2.725
23/11/2014 00:43
 
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Re:
NoSurrender, 23/11/2014 00:20:

Stasera giuro che ad un certo punto ho rivisto l'ombra di Reja allungarsi sull'Olimpico. Speriamo di no. Certo che le Giovani Marmotte, oddio [SM=g27987] Che c'è di più triste? [SM=g27994]



Ecco, vorrei mettere in chiaro che essere critici nei confronti di Pioli non significa rimpiangere Reja. Peraltro, Pioli ha una grossa occasione per marcare una differenza col suo predecessore: la Coppa Italia. Io pretendo di vedere una Lazio che giochi la Coppa Italia per vincerla, non per dare spazio a chi gioca di meno. Lo aspetto al varco.

Per il resto, mi spiace andare OT rispetto alle pagelle, ma io quando ho letto quella roba dell'inno ho ripensato immediatamente a un'estate in cui andai a giocare a tennis in un centro federale, a Sestola. Potevo avere dodici o tredici anni. Il capo della baracca era una specie di "Gran Mogol" cinquantenne, di matrice cattolica con sfumature omosex, sempre in pantaloncini corti. Praticamente un capo boyscout, almeno come me li immagino io. Noi avevamo un capogruppo, un ragazzo simpatico che tra un allenamento e l'altro ci portava a fare delle escursioni e ci faceva divertire. Poi però quando la sera tornavamo alla base il "Gran Mogol" aspettava tutti i gruppi sulla veranda e pretendeva che facessimo il "rientro gioioso" (giuro, lo chiamava così!) vale a dire che rientrassimo intonando ogni volta un coro, un inno, una preghiera, purché urlata a pieni polmoni e in modo compatto da tutto il gruppo. Metteva in competizione tutti i gruppi su questa cosa e ogni giorno premiava il gruppo che aveva fatto il più bel "rientro gioioso". Una roba che, pur avendo dodici o tredici anni, ci sembrava veramente ridicola, alla fine ci sforzavamo perché il capogruppo ci diceva "vi prego fatelo perché altrimenti se la prende con me", ma una volta tornati in camera ci guardavamo in faccia dicendoci "ma ti pare?".
Ecco, io quando ho letto quella notizia mi sono immediatamente immaginato i giocatori della Lazio che, dopo aver cantato l'inno, tornavano nelle stanze, si guardavano in faccia e si dicevano "ma ti pare?". Che poi nel frattempo siamo nel 2014, e questi non hanno dodici anni ma dai venti ai trenta. Sono ricchi, sono per la maggior parte mercenari stranieri che oggi stanno qua e domani saranno da un'altra parte, sono scafati, se sono giovani pensano alla playstation e alla fregna, se sono più maturi alla pesca e ai ragazzini piccoli... Al limite si potrebbe provare a raccontargli un po' di storia della Lazio, a fargli capire che significa essere laziali a Roma, ma trattandoli da adulti! Fargli cantare l'inno tutti in coro per fare gruppo è trattarli da lupetti in gita, mi immagino che cosa gli avranno detto alle spalle...
[Modificato da Mark Lenders (ML) 23/11/2014 00:52]

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Post: 652
23/11/2014 02:25
 
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Federico Marchetti: 4.5 In ritardo sui primi due gol, di una goffaggine imbarazzante nel coprire la porta sul terzo. Stasera neppure Gilmar avrebbe potuto granché, ma rimane il fatto che si gioca senza portiere.
Dušan Basta: 4 Un esempio di come non si recupera un giocatore dopo un infortunio. Parecchie riflessioni al riguardo e non a carico dell'interessato, che semplicemente non era in grado di giocare.
Stefan de Vrij: 5.5 Circondato, innanzitutto dai compagni. Non arriva alla sufficienza, ma non per colpe proprie.
Lorik Cana: 2 Due, come i gol che favorisce con uscite scriteriate dalla linea difensiva. Almeno in mezzo ai due olandesi, ha meritato il definitivo accantonamento.
Edson Braafheid: 4 Vedi Basta. Giocatore di livello ma che probabilmente va dosato, come Sensini nell'anno dello scudetto.
Marco Parolo: 4 Se non è sostenuto dalla condizione atletica, semplicemente non esiste. Non serviva l'umiliazione di ieri sera per capirlo.
Lucas Rodrigo Biglia: 4.5 Assolto per non aver potuto commettere il fatto in merito alla regia; servirebbe soprattutto davanti alla difesa e ha il torto di non capirlo, perdendo la partita a scacchi con Pereyra in maniera insolitamente netta. Gran giocatore quando può procedere su un binario tracciato, un bradipo sotto ansiolitico quando si tratta di leggere la partita e i suoi cambiamenti in corso d'opera.
Senad Lulić: 4 Confusionario quando ha punti di riferimento, figuriamoci in quel marasma. Eppure sarebbe fra i pochi con un po' di voglia e di gamba.
Antonio Candreva: 4 Sbaglia il tiro a giro dal limite quando potrebbe servire in profondità con un cambio di fronte, tira su punizione quando servirebbe un cross, trascina sul fondo l'ennesimo contropiede a campo aperto. Il miglior difensore bianconero: il problema è che risulta anche il miglior attaccante della Lazio. Giocatore dall'ottusità tattica senza precedenti.
Keita Baldé Diao: 4 Un miscuglio di presunzione, ruggine e svogliatezza. C'è chi lo paragona al primo Zárate: ora come ora, fatica a rendersi più utile dell'ultimo Maurito. Intervenire duramente, il ragazzo si sta perdendo.
Miroslav Josef Klose: n.g. Isolato dal match, e non solo ad opera degli avversari. Ingiudicabile per il semplice fatto che non c'è nulla da giudicare.
Felipe Anderson Pereira Gomes: n.g. Non ha senso valutare uno spezzone in quello che è ormai un allenamento, ma il dato tecnico emerge in maniera coerente: il signorino entra, piazza un paio di sgroppate giocando da solo e sparisce. Al Maracanà o a Formello durante la settimana, per lui non cambia nulla. Può servire in un ruolo alla Altafini, peraltro un tantino precoce, purché sia chiaro un concetto: al momento è solo un'ipotesi di giocatore.
Filip Đorđević: n.g. Entra a partita finita.
Luís Pedro Cavanda: n.g. Amaramente rimpianto: c'è altro da aggiungere?
Stefano Pioli: 1 Senza senso l'approccio alla gara, che sovrappone il consueto modulo a un gruppo non in grado di applicarlo.
Preoccupante la sensazione che la squadra non lo segua: il rischio di un caso Petković, col nuovo corso riassorbito da un'autogestione immobilista, sembra dietro l'angolo.
A dimostrazione del fatto che, finché ci sarà in organico un solo elemento importante nella formazione di Reja, il futuro non comincerà mai.
Disastrosa, al netto dell'attenuante rappresentata dal gran numero di nazionali, la gestione della sosta.
A proposito: da quanto tempo la Lazio non si presenta in buone condizioni psicofisiche dopo una domenica di stop al campionato?
[Modificato da Er Matador 23/11/2014 02:26]

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Post: 652
23/11/2014 03:06
 
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Le sensazioni d'insieme su Pioli dipendono da fattori marcatamente soggettivi, non ultimo il fatto che la valutazione su un singolo elemento finisca per fare aggio sul resto.
Per me, ad esempio, il nuovo allenatore è quello che mi ha restituito la voglia di aspettare e seguire le partite, che con Reja erano diventate una sorta di dialisi con cadenza settimanale anziché a giorni alterni.
E tanto basta a farmi complessivamente sorridere quando penso che sulla nostra panchina c'è lui e non un altro. Ciò non toglie che i rilievi di ML siano difficilmente eludibili.
Con qualche precisazione:

1) la flessione sul piano fisico è evidente, come il nesso causa-effetto con un gioco più dispendioso che finalizzato: ma è colpa della condizione atletica se Đorđević sbaglia il gol che avrebbe indirizzato la partita di Empoli?
Se la squadra si accontenta del pari a Verona, quando sarebbe bastato seguire FA nelle due volate che ha in canna per creare pericoli contro un avversario indecente?
A me, ferma restando la validità dei vari rilievi, sembra innanzitutto una questione di testa, di desuetudine alla lotta sulla medio-lunga distanza per un obiettivo. Tipiche di chi si è abituato a vivacchiare, impreziosendo con qualche prodezza isolata una partita personale.
Più che singoli migliori, serve gente non imbrattata dal fango della palude rejana.
Mentre qui rimangono in corpo senatori ancora in grado, in campo e fuori, di frenare la rincorsa verso una dimensione meno opprimente.
Per dirla con un paragone di matrice socio-economica: la Lazio della precedente gestione era come un Paese privo di organizzazione pubblica nell'erogare i servizi, che alcuni personaggi - Candreva e Mauri, ad esempio - surrogavano con un contributo occasionale e personalistico.
Nessuno nega che siano risultati utili per mettere qualche pezza: ma è scontato che, nel momento in cui si punta ad allestire un Welfare State un po' più sistematico, per loro e per le loro rendite di posizione non ci sia più posto

2) Sempre a proposito delle gare giocate in apnea: dipende solo da quello se la squadra si è spalmata in ottanta metri?
A me sembra piuttosto che la Lazio abbia un gioco - e non negli ultimi metri - solo quando corre a duecento all'ora, mentre perde qualsiasi punto di riferimento a velocità inferiore.
Segno non di un progetto tattico sbagliato, ma di un deficit di flessibilità. Il paragone col boemo, in questo senso, spiega tutto

3) Leggendo ML, Keita passa per un capro espiatorio.
A parte l'atteggiamento del ragazzo, che vale da solo qualche settimana di panchina, siamo sicuri di non aver preso un altro abbaglio?
Il primo Zárate aveva perlomeno documentato un talento che, non fosse confinato a una dimensione puramente teorica da difetti troppo gravi, lo collocherebbe ai vertici del calcio mondiale.
Il bimbominkia del Barça, finora, non è andato molto oltre qualche funambolismo e quasi sempre a distanza di sicurezza dalla porta, mostrando limiti tattici difficilmente emendabili.
La sua esclusione, anche in questa Lazio, non mi fa gridare allo scandalo
[Modificato da Er Matador 23/11/2014 03:10]

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Post: 2.725
23/11/2014 09:22
 
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Re:
Er Matador, 23/11/2014 03:06:

Le sensazioni d'insieme su Pioli dipendono da fattori marcatamente soggettivi, non ultimo il fatto che la valutazione su un singolo elemento finisca per fare aggio sul resto.
Per me, ad esempio, il nuovo allenatore è quello che mi ha restituito la voglia di aspettare e seguire le partite, che con Reja erano diventate una sorta di dialisi con cadenza settimanale anziché a giorni alterni.
E tanto basta a farmi complessivamente sorridere quando penso che sulla nostra panchina c'è lui e non un altro.



Forse volevi dire "tanto basta a farmi complessivamente sorridere quando penso che sulla nostra panchina c'è lui e non Reja"...
Io penso che molti altri allenatori avrebbero portato una ventata di novità dopo Reja. Pioli era solo una delle opzioni possibili, non credo la migliore.

Er Matador, 23/11/2014 03:06:


1) la flessione sul piano fisico è evidente, come il nesso causa-effetto con un gioco più dispendioso che finalizzato: ma è colpa della condizione atletica se Đorđević sbaglia il gol che avrebbe indirizzato la partita di Empoli?
Se la squadra si accontenta del pari a Verona, quando sarebbe bastato seguire FA nelle due volate che ha in canna per creare pericoli contro un avversario indecente?
A me, ferma restando la validità dei vari rilievi, sembra innanzitutto una questione di testa, di desuetudine alla lotta sulla medio-lunga distanza per un obiettivo. Tipiche di chi si è abituato a vivacchiare, impreziosendo con qualche prodezza isolata una partita personale.
Più che singoli migliori, serve gente non imbrattata dal fango della palude rejana.



Ma che davvero su Empoli ci stiamo attaccando a un colpo di testa sbagliato? Ci sono 90 minuti di superiorità complessiva di una neopromossa, analizziamo quelli. Utilizzando questo criterio ti potrei anche dire che se ieri fosse entrato il tiro a giro di Candreva sullo 0-0 avremmo visto un'altra partita. Probabile. Ma basta per chiudere gli occhi su tutto quello che è venuto dopo? E non sono d'accordo nemmeno su Verona, una partita che a suo modo mi era piaciuta perché a differenza di tante altre volte non avevamo concesso nulla. Stavamo giocando, una volta tanto, da grande squadra, finché quell'idiota di Cavanda ce l'ha impiccata.
Io rifiuto categoricamente l'alibi del problema mentale. Cioè: potrà pure essere una concausa, sicuramente anni di mediocrità hanno incrostato l'attitudine a vivacchiare nei gruppi di giocatori che via via si sono succeduti, ma non è una cosa che spazzi via con dei discorsi. Si tratta banalmente di alzare il livello tecnico della squadra, che metterà da parte la mentalità mediocre solo quando inizierà a sentirsi meno mediocre tecnicamente.

Er Matador, 23/11/2014 03:06:


2) Sempre a proposito delle gare giocate in apnea: dipende solo da quello se la squadra si è spalmata in ottanta metri?
A me sembra piuttosto che la Lazio abbia un gioco - e non negli ultimi metri - solo quando corre a duecento all'ora, mentre perde qualsiasi punto di riferimento a velocità inferiore.
Segno non di un progetto tattico sbagliato, ma di un deficit di flessibilità. Il paragone col boemo, in questo senso, spiega tutto



Il boemo è il maestro dei progetti tattici sbagliati. Costruire una squadra basandosi sul presupposto che ogni volta debba andare a duecento all'ora è demenziale. Le stagioni sono lunghe e faticose, gli avversari sono uno diverso dall'altro, alcuni inferiori a te e altri superiori. Affrontarli senza distizioni di sorta premendo sempre l'acceleratore a tavoletta significa avere un deficit mentale, altro che di flessibilità...

Er Matador, 23/11/2014 03:06:


3) Leggendo ML, Keita passa per un capro espiatorio.
A parte l'atteggiamento del ragazzo, che vale da solo qualche settimana di panchina, siamo sicuri di non aver preso un altro abbaglio?
Il primo Zárate aveva perlomeno documentato un talento che, non fosse confinato a una dimensione puramente teorica da difetti troppo gravi, lo collocherebbe ai vertici del calcio mondiale.
Il bimbominkia del Barça, finora, non è andato molto oltre qualche funambolismo e quasi sempre a distanza di sicurezza dalla porta, mostrando limiti tattici difficilmente emendabili.
La sua esclusione, anche in questa Lazio, non mi fa gridare allo scandalo



Allora, che Keita stia involvendo è sotto gli occhi di tutti, non sarò certo io a negarlo. Che le sue esclusioni potrebbero essere dovute a uno scarso impegno in allenamento l'ho ipotizzato io stesso dicendo che se così fosse Pioli avrebbe tutte le ragioni del mondo. Ciò premesso, faccio una considerazione e una domanda.
Considerazione: bisogna vedere quali sono le alternative. Se ho Beppe Signori, il caro Keita può anche passare il resto della stagione a lucidargli gli scarpini. Ma se mi devo riattaccare per l'ennesima volta a Mauri, o se mi devo consegnare a quel mezzo giocatore di Felipe Anderson (a proposito di funambolismi...) io vado avanti con Keita, magari cercando di creargli un contesto tattico meno sfavorevole. Perché tatticamente ieri sera il ragazzo è stato mandato al massacro, e questo è molto grave. Se non è in grado di fare le due fasi si passi a un 4-4-2 in cui lui fa la seconda punta, Candreva e Lulic gli esterni di metà campo e magari finalmente aggiungiamo uno stracazzo di mediano accanto a quel povero cristo di Biglia, che dici?
Domanda: perché parlando della pessima prestazione di Basta dici che è "un esempio di come non si recupera un giocatore dopo un infortunio", mentre parlando della pessima prestazione di Keita dici che è "un miscuglio di presunzione, ruggine e svogliatezza"? Non venivano entrambi da un lungo infortunio? Che è, uno ha diritto all'alibi e l'altro no?
[Modificato da Mark Lenders (ML) 23/11/2014 09:27]

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Post: 143
23/11/2014 11:14
 
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Purtroppo quando si chiedeva Mihajlovic (e prima di lui Simeone...) i pù sostenevano non fossero da Lazio e che l'unico in grado di sostituire Reja era Mourinho o roba simile.
Non capiamo un cazzo, questa è la verità. Pioli deve riprendere il filo da prima di Empoli cercando di capire che non allena l'Ajax.

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23/11/2014 11:17
 
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Re: Re:
Mark Lenders (ML), 23/11/2014 09:22:


Forse volevi dire "tanto basta a farmi complessivamente sorridere quando penso che sulla nostra panchina c'è lui e non Reja"...
Io penso che molti altri allenatori avrebbero portato una ventata di novità dopo Reja. Pioli era solo una delle opzioni possibili, non credo la migliore.


Perfetta interpretazione.  

Mark Lenders (ML), 23/11/2014 09:22:


Ma che davvero su Empoli ci stiamo attaccando a un colpo di testa sbagliato? Ci sono 90 minuti di superiorità complessiva di una neopromossa, analizziamo quelli. Utilizzando questo criterio ti potrei anche dire che se ieri fosse entrato il tiro a giro di Candreva sullo 0-0 avremmo visto un'altra partita. Probabile. Ma basta per chiudere gli occhi su tutto quello che è venuto dopo? E non sono d'accordo nemmeno su Verona, una partita che a suo modo mi era piaciuta perché a differenza di tante altre volte non avevamo concesso nulla. Stavamo giocando, una volta tanto, da grande squadra, finché quell'idiota di Cavanda ce l'ha impiccata.
Io rifiuto categoricamente l'alibi del problema mentale. Cioè: potrà pure essere una concausa, sicuramente anni di mediocrità hanno incrostato l'attitudine a vivacchiare nei gruppi di giocatori che via via si sono succeduti, ma non è una cosa che spazzi via con dei discorsi. Si tratta banalmente di alzare il livello tecnico della squadra, che metterà da parte la mentalità mediocre solo quando inizierà a sentirsi meno mediocre tecnicamente.


Non è questione di attaccarsi, semplicemente di considerare come giocano le grandi squadre: cercando di imporre il porprio gioco non appena possono, e come prima opzione; quando ciò non è possibile, e nel corso della stagione accade in maniera inevitabile, capitalizzando al massimo gli episodi favorevoli.
Da cui l'inevitabile deduzione: subire una formazione tosta e organizzatissima come quella toscana può capitare anche a uno squadrone.
A quest'ultimo non capitano due cose: fallire la prestazione al momento del salto di qualità; sprecare in quel modo, e in quel momento, l'occasione per indirizzare alla partita.
Questione di killer istinct: che a noi manca, certificando la nostra dimensione non ancora da grande squadra.
Questo non sminuisce il discorso sull'andamento della partita, e sugli errori che l'hanno determinato: si tratta di un diverso approccio analitico, che a mio avviso integra in maniera fondamentale quello relativo al gioco.
Puoi esprimere un calcio piacevole, ma se ti manca quella componente vai incontro a due conseguenze: perdere partite giocate male; vincerle ma con maggiore fatica e spreco di energie, che sulle 38 partite si fanno sentire.
La vedo diversamente da te su Verona, per un semplice dettaglio: una squadra che non concede nulla non concede neppure la possibilità del pareggio, perché a quel punto ha già segnato il secondo gol.
E soprattutto non considera il punticino come un buon risultato: non se l'avversario, sia pure in superiorità numerica, lascia spazio a ipotesi più favorevoli.
Per questo il riferimento alla testa non costituisce affatto un alibi, ma al contrario un atto d'accusa nei confronti di squadra e giocatori.
Su una cosa, forse, abbiamo idee radicalmente diverse: per me l'approccio mentale viene prima della componente tecnica e ne condiziona gli esiti; per te si parte dalla qualità, poi viene il resto.
Massimo rispetto per la tua opinione, ma ti sottopongo un esempio: perché giocatori dalle mostruose potenzialità, come CR7 e Ibra, non le esprimono a fondo - e quindi incidono assai meno di quanto potrebbero - in troppe partite da dentro o fuori?
Perché manca loro qualcosa a livello di personalità: nella testa, appunto.

Mark Lenders (ML), 23/11/2014 09:22:


Allora, che Keita stia involvendo è sotto gli occhi di tutti, non sarò certo io a negarlo. Che le sue esclusioni potrebbero essere dovute a uno scarso impegno in allenamento l'ho ipotizzato io stesso dicendo che se così fosse Pioli avrebbe tutte le ragioni del mondo. Ciò premesso, faccio una considerazione e una domanda.
Considerazione: bisogna vedere quali sono le alternative. Se ho Beppe Signori, il caro Keita può anche passare il resto della stagione a lucidargli gli scarpini. Ma se mi devo riattaccare per l'ennesima volta a Mauri, o se mi devo consegnare a quel mezzo giocatore di Felipe Anderson (a proposito di funambolismi...) io vado avanti con Keita, magari cercando di creargli un contesto tattico meno sfavorevole. Perché tatticamente ieri sera il ragazzo è stato mandato al massacro, e questo è molto grave. Se non è in grado di fare le due fasi si passi a un 4-4-2 in cui lui fa la seconda punta, Candreva e Lulic gli esterni di metà campo e magari finalmente aggiungiamo uno stracazzo di mediano accanto a quel povero cristo di Biglia, che dici?
Domanda: perché parlando della pessima prestazione di Basta dici che è "un esempio di come non si recupera un giocatore dopo un infortunio", mentre parlando della pessima prestazione di Keita dici che è "un miscuglio di presunzione, ruggine e svogliatezza"? Non venivano entrambi da un lungo infortunio? Che è, uno ha diritto all'alibi e l'altro no?


Sul 4-4-2 con Keita più vicino a Đorđević - o a sinistra con un'altra punta davanti, ma solo per finali di partita da assedio - sfondi una porta aperta, dato che avevo proposto qualcosa di simile e la trovo una quadratura del cerchio sotto molti aspetti: consistenza in fase di interdizione; riproduzione di un ambiente tattico simile a quello che ha prodotto il sontuoso Mondiale di Biglia; densità in sede di finalizzazione.
E, naturalmente, una collocazione più sensata per l'ispano-senegalese: in merito al quale - ma il discorso vale in parte anche per Candreva - il debutto a San Siro ha chiarito la totale idiosincrasia per il 4-3-3, dato che le mansioni degli esterni richiedono applicazione e intensità estranee alle loro caratteristiche.
Delle due l'una: o si continua con l'attuale modulo, cercando diversi equilibri a sinistra; o si punta forte sul ragazzo, modificando uno schieramento nel quale per lui non c'è posto.
Quanto alla domanda: in primo luogo, l'infortunio di Keita era, a differenza di quello del serbo, in gran parte diplomatico.
In secondo luogo, cambia l'atteggiamento: Basta ci ha provato, e proprio non ce la faceva; il bimbo è rientrato con l'aria di chi non ha imparato nulla dalle recenti traversie.
Posto che hanno giocato malissimo entrambi, le motivazioni della pessima prestazione sono troppo diverse.
Innanzitutto sul piano professionale.
[Modificato da Er Matador 23/11/2014 11:21]

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23/11/2014 11:24
 
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ThomasDoll, 23/11/2014 11:14:

Purtroppo quando si chiedeva Mihajlovic (e prima di lui Simeone...) i pù sostenevano non fossero da Lazio e che l'unico in grado di sostituire Reja era Mourinho o roba simile.
Non capiamo un cazzo, questa è la verità. Pioli deve riprendere il filo da prima di Empoli cercando di capire che non allena l'Ajax.


Può darsi che abbia ragione tu.
Pensa che, secondo me, Simeone non è tuttora da Lazio.
Stante la sua enorme personalità da vincente, in Spagna non ha fatto altro che impiantare il cinismo difensivo all'italiana su un terreno vergine da questo punto di vista.
Nel nostro campionato, almeno a livello tattico, sarebbe uno dei tanti: come è apparso durante la sua esperienza a Catania.
Su Mihajlović non ricordo pareri così negativi, ma potrei sbagliarmi.

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23/11/2014 11:50
 
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Re:
ThomasDoll, 23/11/2014 11:14:

Purtroppo quando si chiedeva Mihajlovic (e prima di lui Simeone...) i pù sostenevano non fossero da Lazio e che l'unico in grado di sostituire Reja era Mourinho o roba simile.
Non capiamo un cazzo, questa è la verità. Pioli deve riprendere il filo da prima di Empoli cercando di capire che non allena l'Ajax.



Ma i più dove?

Sui forum laziali dove scrivono in tutto 200 persone?

Tu non vivi a Roma, altrimenti parleresti con i laziali in carne e ossa e avresti tutt'altro parere su tanti argomenti, credimi  

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23/11/2014 12:10
 
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Re:
ThomasDoll, 23/11/2014 11:14:

Purtroppo quando si chiedeva Mihajlovic (e prima di lui Simeone...) i pù sostenevano non fossero da Lazio e che l'unico in grado di sostituire Reja era Mourinho o roba simile.
Non capiamo un cazzo, questa è la verità.



Ma chi, questo? Quali sarebbero 'sti "più"? Qualche nostra comune conoscenza con la calcolatrice sempre a portata di mano per calcolare la media punti di Reja, forse...
La sua corte dei miracoli secondo cui i nostri sono tutti bravi e belli, per cui solo Mourinho è meglio di Reja, solo Cristiano Ronaldo è meglio di Candreva e solo Abramovich è meglio di Lotito...
Il laziale medio se gli portavi Mihajlovic avrebbe fatto i salti di gioia, altro che storie.

Er Matador, 23/11/2014 11:24:


Pensa che, secondo me, Simeone non è tuttora da Lazio.



Più che altro, ormai, è la Lazio a non essere da Simeone.

Er Matador, 23/11/2014 11:24:


Nel nostro campionato, almeno a livello tattico, sarebbe uno dei tanti: come è apparso durante la sua esperienza a Catania.



Il fatto che molti abbiano fatto bene a Catania non significa necessariamente che fosse facile. Leggendo i nomi, tra i quali spiccano anche quelli di Montella e dello stesso Mihajlovic, io tendo piuttosto a pensare che a Catania per un po' di anni abbiano avuto tutti allenatori bravi.

Er Matador, 23/11/2014 11:24:

Per questo il riferimento alla testa non costituisce affatto un alibi, ma al contrario un atto d'accusa nei confronti di squadra e giocatori.
Su una cosa, forse, abbiamo idee radicalmente diverse: per me l'approccio mentale viene prima della componente tecnica e ne condiziona gli esiti; per te si parte dalla qualità, poi viene il resto.
Massimo rispetto per la tua opinione, ma ti sottopongo un esempio: perché giocatori dalle mostruose potenzialità, come CR7 e Ibra, non le esprimono a fondo - e quindi incidono assai meno di quanto potrebbero - in troppe partite da dentro o fuori? Perché manca loro qualcosa a livello di personalità: nella testa, appunto.



Discorso complesso. E' vero quel che dici di CR7 e Ibra, è vero che la testa è importante. Però cerchiamo di distinguere: c'è l'approccio mentale del singolo, e quello della squadra.
Per quanto riguarda il singolo, credo che sia una caratteristica innata. La testa ce l'hai o non ce l'hai. Filippo Inzaghi ci nasci, Balotelli pure. E non c'è allenatore che possa farci un cazzo. Quel che può fare un allenatore è lavorare sull'approccio mentale di squadra, e attraverso questo mascherare le eventuali carenze dei singoli valorizzando invece le loro qualità (esempio: Balotelli se lo metti in una squadra che funziona bene a prescindere da lui è anche in grado di darti un valore aggiunto, perché tecnicamente è bravo, mentre va fuori di testa quando gli si dà la responsabilità di essere un leader). Il punto è che di allenatori capaci di creare un approccio mentale vincente allenando squadre di medio o basso profilo ce ne sono pochissimi. Per lo più si tratta di gente con un grande carisma, più che di scienziati del calcio. Pioli non mi pare granché carismatico: non ha un grande passato da calciatore e non ha un'immagine né un eloquio particolarmente affascinante. In questi casi l'unica via per migliorare l'approccio mentale di squadra è rinforzare la squadra stessa. Compri due-tre giocatori forti, il livello si alza, l'asticella degli obiettivi pure, e quando vanno in campo i giocatori si sentono molto più responsabilizzati perché ci credono. In cosa vuoi credere se quando ti giri hai dietro un portiere che non para, davanti a lui gente come Cavanda, Cana e Ciani, in mezzo al campo il solo Biglia capace di dare del tu al pallone e davanti un Klose a fine carriera che azzecca una partita su cinque? Pure se vinci quattro partite di fila dentro di te lo sai, che alla fine certi obiettivi ti sono preclusi. E quindi l'approccio mentale di squadra ne risente...


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23/11/2014 12:40
 
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Re: Re:
Er Matador, 23/11/2014 11:24:


Può darsi che abbia ragione tu.
Pensa che, secondo me, Simeone non è tuttora da Lazio.
Stante la sua enorme personalità da vincente, in Spagna non ha fatto altro che impiantare il cinismo difensivo all'italiana su un terreno vergine da questo punto di vista.
Nel nostro campionato, almeno a livello tattico, sarebbe uno dei tanti: come è apparso durante la sua esperienza a Catania.
Su Mihajlović non ricordo pareri così negativi, ma potrei sbagliarmi.



si diceva che a Catania e a Firenze avesse giocato di merda. Invece Reja era Rinus Michels.

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23/11/2014 18:03
 
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Una disfatta che credo abbia lasciato un retrogusto amaro anche a chi, per ovvi motivi, ha parteggiato per i bianconeri.
Juve che vince la partita grazie a una ineccepibile superiorità tecnica, ma la stravince grazie all'insipienza di Pioli che riesce nell'impresa di potenziare i pregi dei bianconeri e i difetti dei nostri.
In novanta minuti non siamo riusciti a trovare un'idea per fronteggiare la superiorità numerica nella zona centrale e mai abbiamo sfruttato il nostro teorico vantaggio sulle fasce. Sembrava che ad Allegri avessero concesso due settimane per preparare la gara e a Pioli due ore.

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23/11/2014 18:27
 
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Smarrimento. E' il termine migliore, anche per chi come me ha accolto discretamente male l'arrivo di Pioli salvo poi dargli un inevitabile credito che il mister a tratti ha anche meritato. E' presto per i processi ma l'interpretazione della gara è di quelle che lascia come di fronte all'avvocato Giangiacomo Pigna Corelli Inselci trasformato in insegnante di danza classica

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23/11/2014 20:40
 
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Tre cose su Sinisa.

La prima è che confermo che ErMatador non ne ha mai un espresso un giudizio particolarmente negativo. Gli ho ricordato, tra l'altro ultimamente, di quando un paio di anni fa, forse tre, disse che né Sinisa né Simeone lo facevano impazzire quali possibili allenatori della Lazio, ma che tra i due si sarebbe sicuramente preso Sinisa. 

La seconda è che in estate io lo avrei preso anche al posto di Pioli (che, non lo rinnego, l'ho sempre ritenuta una scelta valida, in quel momento) ma, se non ricordo male, Sinisa già in primavera, a salvezza già stra-acquisita aveva lasciato intendere di voler restare un altro anno a Genova a meno di offerte irrinunciabili da squadre importanti (leggi Inter, non certo Lazio che oltre a non fare offerte irrinunciabili non è irrinunciabile essa stessa per il tipo di posizione di classifica che da 10 anni occupa). Pertanto, io è dallo scorso aprile, forse proprio nei giorni di Lazio-Samp, che mi sono messo l'anima in pace. Di norma quando gli allenatori dicono una cosa del genere in primavera, ossia che si fermano un altro anno, è quasi sempre vero. Altrimenti schivano abilmente la domanda. 

Sul discorso identitario, non so obiettivamente cosa avrebbe potuto portare qui Sinisa. Su questo punto ci insiste molto ML e probabilmente ha ragione. 
Pioli fa cantare l'inno come le giovani marmotte ma Sinisa si copre di grottesco in conferenza-stampa con Dante e Churchill. Ma io ritengo che questi siano dettagli, siano inezie. L'una e l'altra. Le cito solo perché ce ne sono a mazzi di trovate mediatiche degli allenatori abbastanza discutibili. Solo che poi la Samp in campo è tosta e magari pensiamo che le massime di Sinisa in conferenza-stampa abbiano inciso per il 5% sulla prestazioni, cioè tantissimo; Pioli oggi è sotto-media rispetto a Reja e quindi è il cazzone che fa cantare l'inno a Parolo e Braahfeid. A Garcia hanno attribuito l'aura di genio perché quando è arrivato, a fronte delle contestazioni dei tifosi, ha detto: "chi contesta è un laziale". Secondo molti romanisti e pure secondo molti laziali, quella frase è stata la chiave di tutto, la nascita di una squadra che viaggia da 15 mesi a 2,3 a partita perché si è sentita protetta, si è sentita tutt'uno con l'allenatore. Se in queste 26 partite la Lazio dovesse fare i botti e magari chiudere terza (lo so, le percentuali di successo sono infime, ma sto ipotizzando) molti penseranno che l'inno sarà stato il cemento della fantastica impresa. Ma pure io stesso lo penserò, che, di norma, queste manifestazioni le detesto cordialmente. Perché poi alla fine io sono molto condizionato dai risultati. Quando i risultati arrivano sono portato a pensare che tutto ha inciso "nel bene". Corapi che prima del 26 maggio fa vedere ai giocatori i video di mogli e figli che li incoraggiano per la partita è stato un colpo di genio. E lo credo sinceramente, non sono ironico. Avessimo perso avrei detto: "ma lo pagano pure 'sto cojone?" 


[Modificato da cuchillo76 23/11/2014 20:43]

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24/11/2014 10:13
 
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Re: Re:
Er Matador, 23/11/2014 11:24:


Può darsi che abbia ragione tu.
Pensa che, secondo me, Simeone non è tuttora da Lazio.
Stante la sua enorme personalità da vincente, in Spagna non ha fatto altro che impiantare il cinismo difensivo all'italiana su un terreno vergine da questo punto di vista.
Nel nostro campionato, almeno a livello tattico, sarebbe uno dei tanti: come è apparso durante la sua esperienza a Catania.
Su Mihajlović non ricordo pareri così negativi, ma potrei sbagliarmi.



Simeone ha vinto un'Europa League, una supercoppa europea, e al 92' era campione d'Europa. Il cinismo applicato a un terreno vergine mi sembra lettura un po' riduttiva.

Su Sinisa ammetto la mia toppata. Ancora non sono convinto che abbia competenze tattiche e di gestione delle risorse da grande allenatore, ma i fatti sono dalla sua parte, quindi non posso non cospargermi il capo di cenere.
[Modificato da ReflexBlue74 24/11/2014 10:13]

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