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21/10/2014 10:51 | |
Per fare il calciatore, allenarsi due ore al giorno e giocare una o due volte a settimana, non è necessario condurre una vita monacale. A venti, ma pure a trent'anni, si può tranquillamente conciliare la professione con una vita notturna vivace. Certo, magari evitare eccessi alcolici e tossici sarebbe auspicabile (vedi il nostro Gazza).
Balotelli non rende perché fondamentalmente è un coglione che non ama il calcio, non perché scopa con la Fico o si fa beccare in discoteca alle quattro del mattino. Maicon e Vidal, cito gli ultimi in ordine di tempo a occupare le pagine di cronaca e gossip, non sono certo due esempi di vita privata integerrima, ma il campo se lo mangiano. Perché hanno: la testa che gli permette di chiudere un file e aprirne un altro; la passione per il "lavoro" che svolgono; la ferocia di chi vuole primeggiare. E ovviamente il talento, ma quello nemmeno a Balotelli manca. Balotelli è un perdente dentro, come Zarate.
Poi ci sono gli estremi opposti. Chi ha dedicato anima e corpo alla professione, come Inzaghi e Nedved. Ma sono scelte di vita che non si possono imporre. Non puoi andare da Keita e dirgli: da oggi mangi pane integrale, insalata e bresaola a pranzo e a cena; ti ritiri alla 21.30; ti alleni anche il lunedì di pausa.
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